
Scopri il magnifico palazzo sul Canal Grande, Ca ‘Rezzonico.
CA’ REZZONICO
DA LONGHENA A MASSARl.
Intorno al 1667, il procuratore Filippo Bon commissionò a Baldassare Longhena la costruzione di un palazzo al posto di due case di sua proprietà a San Barnaba.
Piano terra e primo piano nobile furono completati, dopodiché dalla morte dell’architetto nel 1682 i lavori subiscono un arresto, tanto più che la famiglia Bon cadde in gravi difficoltà finanziarie.
Per più di settant’anni, il palazzo rimane coperto da un tetto provvisorio in legno Infine, nel 1751, si arresero e vendettero l’edificio incompiuto alla ricca famiglia Rezzonico.
Longhena sembra aver ricercato un equilibrio classico, un effetto semplice e solenne con il piano terra trattato a bugnato e il piano nobile con finestre ornate di mascheroni sulle chiavi di volta (ispirati alla Marciana).
Per il nuovo piano, Massari, appena chiamato dai Rezzonico, sostituisce le mezze colonne con pilastri e mitiga così tanta austerità grazie a una serie di piccole finestre ovali. Allo stesso tempo all’interno, il suo intervento, si rivela più marcato. Il “portico” attraversa da una parte all’altra il palazzo, secondo un consueto schema architettonico.
CA ‘REZZONICO MUSEO DEL SETTECENTO VENEZIANO
Aperte al pubblico nel 1936, le collezioni di Ca ‘Rezzonico comprendono dipinti, mobili, maioliche e porcellane provenienti da diversi palazzi.
Al primo piano, nella sala da ballo e nella piccola sala vicina (della appunto “sala del Brustolon”) è stata distribuita parte dell’arredo commissionato al celebre intagliatore Andrea Brustolon da Pietro Venier.
Per non parlare di una stravagante consolle, il cui piano è retto da Ercole tra l’Idra e Cerbero.
Alle nozze di Ludovico Rezzonico con Faustina Savorgnan, realizzato sul soffitto della “sala dell’allegoria nuziale” da Giambattista Tiepolo (1759), fa da pendent un’altro capolavoro del maestro, l’Allegoria del Merito tra Nobiltà e Virtù nella “sala del Trono”.
Per accedervi, si attraversano la “sala dei Pastelli”,
dove sono esposte varie opere di Rosalba Carriera, e la “sala degli Arazzi”, ornata da pezzi di produzione fiamminga.
I lampadari pieni di fantasia chiamati “ciocche” (mazzi di fiori) costituiscono, assieme alle specchiere e alle appliques munite di specchi, il contributo dei vetrai all’arredo del Settecento: nella “sala del Brustolon” se ne troverà un celebre esemplare a venti braccia, opera di Giuseppe Briati.
Al secondo piano, le sale chiamate “Villa Zianigo” sono dedicate al ciclo di affreschi realizzato da Giandomenico Tiepolo, tra il 1759 e il 1797, per la sua casa di campagna presso Mirano.
Il fascino di un rococò imbevuto di cineserie caratterizza la “sala delle lacche verdi”, mentre l’ Alcova ricostruisce una camera da letto del settecento, con il suo guardaroba e salottino.
Nel palazzo Ca’ Rezzonico si trovano oggetti di vario genere, tra cui un servizio da toletta d’argento composto da cinquantotto pezzi. Infine, per completare l’atmosfera del secolo, vanno segnalati il Teatro do marionette e la farmacia al terzo piano.